Consulcesi con Street Child contro povertà educativa in Liberia

L’istruzione è ancora un sogno per centinaia di bambine e bambini di Fahn Jack, come di tantissime altre comunità rurali della Liberia. È per contribuire a cambiare questa realtà e alla costruzione di un futuro migliore e sostenibile che Fondazione Consulcesi ha deciso di supportare Street Child Italia nella realizzazione di una nuova scuola nella contea di Margibi. “Che si tratti di istruzione primaria per bambini e persone svantaggiate della nostra società – afferma Silvia Superbi, direttrice di Fondazione Consulcesi – o di aggiornamento specialistico dedicato ai professionisti del settore salute, la formazione è da sempre una colonna portante della nostra idea di assistenza e sostegno. Siamo infatti convinti che per migliorare la qualità della vita di tutti sia necessario partire dall’educazione, unica vera finestra sull’emancipazione e sull’empowerment delle comunità più fragili”.

A distanza di 20 anni dalla fine della sanguinosa guerra civile (1980-2003) che ha causato oltre 200mila vittime e la distruzione di tre/quarti delle scuole del Paese – spiega una nota – gli abitanti della Liberia, frammento d’Africa occidentale affacciato sull’Atlantico, stanno dimostrando una “straordinaria resilienza”. Tuttavia, come ricorda l’Organizzazione delle nazioni unite (Onu), nel Paese “la povertà rimane alta, così come le disuguaglianze di reddito e di genere, mentre si stima che il 57% di bambini e bambini in età scolare restano esclusi dal sistema educativo”.

La situazione delle ragazze “è particolarmente compromessa – spiega Andrew Tehmeh, Country Director per Street Child in Liberia – matrimoni precoci e gravidanze in età adolescenziale sono all’ordine del giorno, sia come risultato dei traumi subiti durante il conflitto che degli abusi perpetrati. Nella comunità di Fahn Jack, come in molte altre comunità rurali del Paese, le giovani donne vogliono avere un’istruzione e costruire un futuro migliore per sé e per i propri figli, ma sono costrette a lavorare nelle piantagioni di gomma per sostenere l’economia della famiglia”.

Oltre alla nuova scuola – con 3 classi da 20 alunni ciascuna che dovrebbe essere pronta tra 3 mesi – Fondazione Consulcesi sosterrà l’acquisto dei materiali didattici e della formazione degli insegnanti, in linea con la sua mission di supportare lo sviluppo attraverso un’istruzione di qualità, e con il più ampio progetto portato avanti da Street Child nella comunità liberiana. Qui l’organizzazione non governativa, parte della rete internazionale Street Child, si occupa infatti di sostenere l’istruzione di donne e bambini anche attraverso il sostegno economico alle famiglie, promuovendo il reperimento dei redditi con diverse attività come il prestito di semi o il programma Fbs (family business scheme) e fornendo sostegno economico e formazione alle famiglie per la creazione di un piccolo business che miri a diventare autosufficiente.

“Con Street Child – sottolinea Simone Colombati, presidente di Fondazione Consulcesi – condividiamo non solo il sostegno all’infanzia attraverso il contrasto alla povertà educativa ma ritroviamo i valori e gli obiettivi che da sempre guidano anche il nostro operato, primo fra tutti realizzare progetti che abbiano continuità nel tempo”. A tale proposito, “la comunità e le istituzioni locali – aggiunge Roberta Giassetti, direttrice di Street Child Italia – sono attivamente coinvolte, sia nello sviluppo che nell’implementazione del progetto. Grazie alla partnership con il ministero dell’Educazione, dopo il primo anno di attività, la scuola ormai ‘andata a regime’ diventerà parte della politica pubblica e saranno proprio gli enti locali a gestirla”.

Fondazione Consulcesi – conclude la nota – nasce per sostenere le necessità dei più fragili sia attraverso la realizzazione di attività proprie, sia in collaborazione con altri soggetti istituzionali, promuovendo l’interazione tra Terzo Settore e mondo imprenditoriale. Tra i più recenti progetti dedicati al sostegno dell’infanzia e all’inclusione sociale ci sono: quello realizzato con l’Associazione Divertitempo dedicato ai bambini con disabilità e bisogni speciali e quello contro la povertà educativa di bambini e adolescenti attivo a Tirana. Accanto a questi la Fondazione è al fianco dei più vulnerabili attraverso la formazione dei professionisti e il sostegno ai sistemi sanitari, per contribuire ad annullare le disuguaglianze nell’accesso alle cure e vedere finalmente riconosciuto a tutti il fondamentale diritto alla salute con attività come l’Unità mobile attiva su Roma che offre un servizio di assistenza sociosanitaria per soggetti fragili e senza fissa dimora e le ormai innumerevoli missioni in Eritrea in ambito urologico, pediatrico e nefrologico- interventista e della terapia dialitica.

Consulcesi – Massimo Tortorella

Consulcesi: “Da Roma oltre 70 mila richieste per azione collettiva ‘Aria pulita”

Presidente Tortorella: “Su inquinamento cresce desiderio passare dalle parole all’azione”

Tira una brutta aria nella Capitale, in tutti i sensi. Le 13 centraline dell’Arpa Roma superano i nuovi limiti dell’Ue per le polveri sottili e biossido di azoto, e allo stesso tempo i cittadini sono stanchi e timorosi degli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla salute. Non è un caso se Roma è la seconda città d’Italia, dopo Milano, da cui sono arrivate le maggiori richieste di adesione all’azione collettiva ‘Aria pulita’, portata avanti dal team di legali di Consulcesi. Su oltre 600mila dimostrazioni di interesse – si legge in una nota – il 12% arriva dalla Capitale per un totale di circa 70mila, quasi il triplo rispetto a quelle di Napoli.
“I cittadini residenti a Roma – afferma Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi Group – stanno mostrando un crescente sentimento di insofferenza legato all’inquinamento atmosferico. Sono preoccupati per la loro salute e per quella dei loro cari. La qualità dell’aria è diventata a tutti gli effetti una priorità.
Dall’insofferenza si sta passando all’azione ed è questo esattamente che offre ‘Aria pulita’: uno strumento per far sentire la propria voce”. Roma è fra i 3.384 Comuni e città italiane candidabili all’azione collettiva ‘Aria pulita’ e gli stessi per i quali la Corte di giustizia europea ha multato l’Italia per violazione del
superamento dei valori soglia di polveri sottili (Pm10) e biossido d’azoto (NO2). In totale sono oltre 40 milioni le persone che possono richiedere, tramite l’iniziativa legale di Consulcesi, un risarcimento per aver respirato, loro malgrado, ‘aria avvelenata’.
“Ci auguriamo – aggiunge Tortorella – che questa maggiore consapevolezza dei cittadini romani sull’importanza di respirare aria pulita segua anche un cambio di marcia nelle politiche mirate a rendere più sano l’ambiente in cui viviamo. L’obiettivo dell’azione collettiva Aria pulita – sottolinea – non è soltanto
quello di aiutare i cittadini a essere risarciti per aver respirato aria inquinata, ma anche quello di stimolare i decisori politici ad affrontare coraggiosamente, una volta per tutte, il problema dell’aumento di emissioni
inquinanti nell’atmosfera”. Per aderire all’azione collettiva, basta dimostrare, con un certificato storico di residenza, di aver risieduto dal 2008-2018 in uno o più dei territori coinvolti. Per scoprire se e come partecipare all’azione collettiva, Consulcesi mette a disposizione il sito aria-pulita.it.

Ex specializzandi. Consulcesi: “Punto di svolta decisivo, tribunali ne terranno conto”

Il Presidente di Consulcesi, Massimo Tortorella commenta l’odg votato all’unanimità presentato dall’onorevole Pagano che richiama l’applicazione della sentenza della Corte di Giustizia Ue: “Confermate ancora le nostre tesi, è il momento di portare avanti le cause con sempre maggiore convinzione”
Il diritto dei medici ex specializzandi 78-2006 esce ulteriormente rafforzato in Parlamento”. Consulcesi, mette in evidenza la significativa approvazione dell’Ordine del Giorno, presentato dall’onorevole Nazario Pagano e approvato all’unanimità dalla Camera dei Deputati nella seduta del 2 agosto. Con il
provvedimento, votato nell’ambito del Dl Infrazioni, il Governo ha assunto un impegno formale nei confronti di decine di migliaia di medici, a cui durante la scuola di specializzazione era stato negato il corretto trattamento economico in violazione delle direttive comunitarie in materia. Nel corso del suo intervento, il primo firmatario Pagano ha ricordato la recente pronuncia della Corte di Giustizia europea in favore dei professionisti sanitari coinvolti in questa annosa vicenda ed ha poi sottolineato che “l’approvazione dell’O.d.G. rappresenta l’impegno del governo a estendere l’applicazione della borsa di studio a tutti quei medici iscritti ai corsi di specializzazione medica, proprio in esecuzione della sentenza della Corte di Giustizia europea. Chi si è specializzato in quegli anni è stato sottopagato rispetto a chi lo ha fatto successivamente e necessita quindi di giustizia che, ora, dunque sarà fatta”.
Consulcesi, da oltre 20 anni in prima linea a tutela del diritto dei medici ex specializzandi coinvolti nella vicenda, con oltre 600milioni di euro ottenuti in loro favore attraverso le azioni collettive avviate, intravede un nuovo momento di svolta per il contenzioso. “La prima importante notizia – commenta il Presidente Massimo Tortorella – è che in Parlamento si sia riappropriato del suo ruolo, in questi anni lasciato invece ai tribunali. C’è una forte e chiara volontà politica, da parte di questo Esecutivo, di porre fine a questa ingiustizia”.
Con la prospettiva di nuovi interventi in sedi istituzionali, da Consulcesi arriva dunque l’invito alle decine di migliaia di medici coinvolti di proseguire con forza e determinazione la battaglia legale avviata. “Le nostre tesi, quelle che sosteniamo da sempre, hanno avuto l’ennesima conferma, aggiunge il Presidente Tortorella -. Il lavoro di stimolo, ma anche collaborazione, verso le istituzioni sta già producendo importanti risultati di cui i tribunali dovranno necessariamente tenere conto”.
È possibile sapere di più sulle azioni legali e le cause collettive portate avanti da Consulcesi sul sito www.consulcesi.it.

Ambiente, Consulcesi: cresce adesione azione collettiva Aria pulita

Maggior parte delle richieste viene dal Nord Italia
Cresce l’adesione all’azione legale collettiva ‘Aria Pulita’ promossa per le violazioni dei limiti di Pm10 e biossido di Azoto in oltre 3 mila comuni italiani dal network legale di Consulcesi.
“Nelle ultime settimane – annuncia il presidente Massimo Tortorella – c’è stato un incremento del 20% dei partecipanti alla nostra causa: in pochi mesi abbiamo raccolto già decine di migliaia di adesioni che di giorno in giorno crescono esponenzialmente”.
La maggior parte delle adesioni, oltre il 65% – si legge in una nota – arrivano dal Nord Italia: Milano, Brescia, Modena, Bologna, Carpi e molti altri comuni tra i più popolosi della Pianura Padana. Il 20% circa arriva invece dalle città del Centro Italia, in primi Roma, seguita da Prato e Firenze. Le restanti, invece, provengono dalle grandi città del Sud, come Napoli, Taranto e Brindisi. E dalla Sicilia con Catania e Palermo che fanno da capofila. Sono tutti comuni e città che rientrano nell’elenco degli oltre 3.300 individuati dal team di legali di Consulcesi come candidabili all’azione collettiva “Aria Pulita” e gli stessi per i quali la Corte
di Giustizia Europea ha multato l’Italia per violazione del superamento dei valori soglia di polveri sottili (PM10) e biossido d’azoto (NO2). In totale sono oltre 40 milioni lepersone che possono richiedere, tramite l’iniziativa legale di Consulcesi, un risarcimento per aver respirato, loro malgrado, “aria avvelenata”.
“Siamo convinti che l’ampia partecipazione all’azione collettiva ‘Aria Pulita’, oltre a riconoscere un risarcimento per il danno subito e accertato dalla stessa Corte di Giustizia Europea, servirà a scuotere le coscienze dei decisori politici. Speriamo che, una volta messi alle strette, sentiranno più forte la necessità di mettere finalmente in atto tutte le misure urgenti e necessarie di contrasto all’inquinamento atmosferico a tutela del diritto di ogni cittadino di vivere in un ambiente salubre. È importante per noi oggi e lo sarà di più per i nostri figli e le generazioni future ancora”, conclude Tortorella.

Salute, l’allarme: in Italia 6,5 mln bambini respirano aria malsana

Sono quelli che risiedono nei 29 agglomerati urbani in cui si sfiorano i
limiti sanciti dalla Corte Ue Sono circa 6,5 milioni i bambini che, in Italia, respirano aria malsana esponendosi, loro malgrado, a potenziali gravi rischi per la salute. Sono quelli che risiedono nei 29 agglomerati urbani in cui si sforano i limiti sanciti dalla Corte Ue. Partendo dal preoccupante aumento tra i giovanissimi delle patologie respiratorie e leucemie, l’Organizzazione Mondiale della Sanità evidenzia come i bambini siano maggiormente esposti ai rischi dell’inquinamento dell’aria. Il Dr. David Korn, Pediatra, Dirigente Medico del Pronto Soccorso Pediatrico e Responsabile dei progetti di Digital Health del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, intervenuto al convegno “Liberi di Respirare” organizzato da Consulcesi, pool di legali che ha intrapreso la prima azione legale collettiva per difendere il diritto a respirare aria pulita, ha spiegato perché i bambini, pur non avendo contribuito all’inquinamento atmosferico, ne subiscono i danni più gravi.

I bambini piccoli respirano molto più rapidamente
Prima di tutto, ha ricordato il Dr. Korn, i bambini più piccoli respirano molto più rapidamente di un adulto. Un bambino di 6 mesi, infatti, inspira circa 24 volte al minuto contro i 12 di una persona adulta, questo vuol dire che, nonostante le piccole dimensioni, sono in grado di inalare una gran quantità di polveri sottili ed altre sostanze tossiche immesse nell’aria. I bambini sono più bassi o trasportati sui passeggini, respirano quindi molto più vicini al suolo ed ai gas di scarico delle nostre auto. Infine, sono organismi in rapidissima crescita, basti pensare che un neonato nei primi sei mesi di vita raddoppia il proprio peso, passando da circa 3 a 6 chili. “Questo processo di eccezionale duplicazione cellulare è estremamente vulnerabile agli agenti inquinanti presenti nell’aria proprio perché sono in grado di danneggiarlo in modo irreparabile”.

“Siamo qui non per parlare di problemi ma per trovare delle soluzioni, continua il pediatra, la telemedicina avanzata è una di queste perché riduce l’inquinamento, è semplice e permette già ai nostri pediatri di eseguire una visita medica completa, a distanza ed in tempo reale, inclusa l’auscultazione del cuore e dei polmoni, come se il bambino fosse in ospedale mentre si trova invece seduto sul divano di casa propria”, conclude – con ottimismo – il Dr. Korn.
“Violato diritto a vivere in ambiente salubre”
“L’azione legale ha lo scopo di accertare la violazione del diritto a vivere in un ambiente salubre, con conseguente richiesta di risarcimento del danno, in favore dei residenti delle zone in cui è stato accertato il superamento dei limiti europei di particelle inquinanti (PM10 e biossido di azoto) contenute nell’aria del proprio comune”, spiega l’Avvocato Marco Tortorella di Consulcesi. “L’azione legale rappresenta la presa di coscienza dei cittadini come stimolo a trovare una soluzione. Inoltre, è anche l’occasione per spingere le Istituzioni affinché intervengano per porre rimedio a tale intollerabile situazione che, nonostante la
condanna da parte della Corte di Giustizia Europea, continua a perpetrarsi”, aggiunge l’Avvocato Tortorella.

Università: Consulcesi, Numero Chiuso minaccia diritto allo studio

In occasione della Giornata Internazionale degli studenti, che si celebra oggi in tutto il mondo, Consulcesi rilancia l’appello a rivedere il metodo di selezione per entrare alla Facoltà di Medicina

“Non può esserci alcuna garanzia al diritto allo studio se l’ingresso alla Facoltà di Medicina, e non solo, nelle università italiane continua a essere legato a un sistema di selezione che non premia il merito e che, di fatto, impedisce a migliaia di studenti di intraprendere il percorso formativo desiderato”. È il messaggio lanciato da Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi in occasione della Giornata Internazionale degli studenti, che si celebra ogni anno il 17 novembre.

Da un numero di posti disponibili inferiori al fabbisogno nazionale e che ogni anno lascia fuori dalle aule universitarie oltre 50mila giovani desiderosi di diventare medici, a irregolarità, errori e criticità nelle procedure che puntualmente si verificano durante i Test di ammissione, “l’accesso a Medicina e Professioni Sanitarie così com’è stato regolamentato e gestito finora per migliaia di studenti non è meritocratico, non è giusto e non è appropriato”, aggiunge Tortorella.

Per questo, ogni anno, Consulcesi mette a disposizione dei giovani aspiranti il proprio team di legali: l’obiettivo è quello di difendere il loro diritto ad accedere al percorso di studi scelto. 

“Grazie al ricorso alla giustizia amministrativa – riferisce Tortorella – siamo riusciti nel corso degli anni a fare iscrivere a Medicina tantissimi studenti ingiustamente esclusi dai test d’ingresso alla facoltà. Le iscrizioni ‘con riserva’, che consentono agli studenti di seguire i corsi e sostenere gli esami, sono quasi sempre diventate iscrizioni effettive: abbiamo trovato una nuova via per dimostrare che alcuni studenti inizialmente esclusi meritano invece di intraprendere il percorso formativo in Medicina”.

Le ordinanze che si sono susseguite negli anni, come anche la recente sentenza del Consiglio di Stato 8213/22 che ha visto accolto il ricorso di un gruppo di giovani studenti permettendo a questi di essere ammessi a tutti gli effetti alla facoltà di Medicina, hanno fatto sì che migliaia di studenti esclusi ai test di selezione fossero ammessi. “Vittorie importanti – commenta Tortorella – che confermano l’inadeguatezza del sistema come anche l’importanza di non arrendersi per far valere i propri diritti”.

La recente riforma, secondo i legali di Consulcesi, non cambierà molto le cose dal punto di vista di tutela e garanzia al diritto allo studio. “La nuova riforma non modifica il sistema del Numero Chiuso e né le modalità di selezione, visto che rimarranno ancora validi i soliti test a risposta multipla”, commenta Tortorella. “Si continuerà quindi a non offrire agli studenti garanzie per l’accesso alla Facoltà di Medicina dei più meritevoli. Il diritto allo studio – conclude – continuerà ancora una volta a essere ostacolato da un sistema rigido e difettoso”.

“Chi non ha superato il test di Medicina deve affrettarsi per vedere riconosciuto il proprio diritto” avverte infine Tortorella. Consulcesi ormai da anni ha attivo il numero verde 800189091 e il sito numerochiuso.info attraverso cui chiedere informazioni, segnalare irregolarità o avere una consulenza legale specializzata. “Ma attenzione, il ricorso va presentato entro 60 giorni dalla pubblicazione della graduatoria o da eventuali scorrimenti, questa è l’ultima chance”.

Miopia: ne soffrono 15 mln di italiani, se trascurata aumenta rischio glaucoma

Mazzacane (esperto Consulcesi): “Necessario rafforzare prevenzione con formazione medico-sanitaria”

In occasione della Giornata mondiale della vista il nuovo corso Consulcesi su patologie e terapie innovative in età pediatrica

Roma, 10 ott. – “Proteggere l’apparato visivo è fondamentale, ma in Italia manca la cultura della prevenzione e ancora troppi sottovalutano i rischi correlati alla progressione delle miopie”. A dirlo è Danilo Mazzacane, medico specializzato in Oftalmologia, vicepresidente della Commissione Difesa Vista Onlus, che in occasione della Giornata mondiale della vista del 13 ottobre con Consulcesi lancia il nuovo corso di formazione ECMIncremento della miopia in età pediatrica: eziopatogenesi e terapie innovative”.

A preoccupare gli esperti non solo la diffusione “epidemica” della miopia – che solo in Italia interessa 15 milioni di persone e che secondo l’OMS interesserà il 50% della popolazione mondiale entro il 2050 -, ma le molteplici complicanze che possono innescarsi a seguito di un peggioramento della patologia.

“Non diagnosticare e trattare tempestivamente le miopie può portare ad un aumento del rischio di patologie oculari come la cataratta, il glaucoma, e le affezioni retiniche”, spiega ancora Mazzacane che nel corso multimediale aperto a tutti i professionisti della salute ribadisce l’importanza di “puntare sulla prevenzione”.

“Dobbiamo rafforzare i servizi territoriali a difesa della vista con più screening e un’azione di educazione sanitaria che parta in primis dalle scuole e dai più giovani”, aggiunge Mazzacane che invita i camici bianchi ad aggiornarsi sulle ultime novità in termini di strategie terapeutiche ma anche in relazione alle nuove cause dietro il preoccupante aumento di casi di miopia e delle altre patologie che colpiscono l’occhio.

Ribadire l’importanza di spendere più tempo all’aria aperta, ma anche una corretta alimentazione e regolamentare l’utilizzo di dispositivi elettronici e schermi, queste le principali raccomandazioni di Mazzacane che però ricorda “vederci 10 decimi non significa necessariamente avere l’apparato visivo integro perché possono esserci altre patologie, come la retinopatia diabetica, non ancora manifeste”, quindi “fondamentale sottoporsi a screening visivi e se necessario a successivi esami oculari”, conclude l’oculista che nel corso ribadisce l’importanza della collaborazione interprofessionale e multiprofessionale e in particolare il ruolo di pediatri e medici di famiglia nella prevenzione delle patologie dell’occhio. 

L’innovazione tecnologica in ambito farmacologico e ottico-biomedico, ma anche la telemedicina, possono fornire nuove strategie per contrastare l’insorgenza della miopia e delle altre patologie dell’apparato visivo, è quindi necessario partire da un’adeguata preparazione degli utilizzatori di queste innovazioni”, conclude Mazzacane.

Massimo Tortorella

Giornata Mondiale della Psoriasi

Gli esperti: “Attenzione alla salute mentale. Necessario migliorare approccio multidisciplinare nei trattamenti”.

Consulcesi lancia un nuovo corso di formazione che mette al centro il paziente

Roma, 28 ott. 2022Cronicità, multifattorialità e la ‘visibilità della malattia’ sulla pelle: tra i principali fattori che fanno della psoriasi una patologia dal pesante impatto psicologico, ancora troppo spesso trascurato. 

A riportare l’attenzione su questa malattia infiammatoria della pelle, “non contagiosa, autoimmune, genetica e recidiva”, sono gli esperti di Consulcesi che in occasione della Giornata mondiale della Psoriasi, celebrata il 29 ottobre, attraverso il nuovo corso di formazione Percorsi diagnostici-terapeutici condivisi per il paziente affetto da psoriasiribadiscono l’importanza di migliorare la qualità della vita delle persone affette attraverso un approccio multidisciplinare e strategie volte ad una maggiore aderenza alle cure.

Secondo gli ultimi dati raccolti, nel mondo vi sarebbero circa 60 milioni di persone affette da questa patologia di cui circa 1,4 milioni solo in Italia. Tra questi, dichiara l’IFPA (International Federation of Psoriatic Disease Associations) un quarto presenta segni di depressione, e il 48% disturbi d’ansia.

Numeri particolarmente preoccupanti soprattutto se si considera che questi “sottostimano ampiamente il problema” come specifica anche l’IFPA, poiché provengono solo dal 19% dei Paesi che oggi raccolgono dati epidemiologici sulla psoriasi.

“Una patologia con la quale è difficile convivere perché, oltre ad essere caratterizzata da fastidiosi sintomi (dal dolore articolare e il prurito cutaneo) non guarisce e, se non trattata adeguatamente, tende a ripresentarsi in forme anche peggiori”, spiega Paolo Misericordia, Medico Chirurgo specializzato in Endocrinologia e Responsabile Centro Studi e Area ICT di FIMMG, nonché tra i docenti del corso ECM di Consulcesi, che si unisce all’appello dell’IFPA invitando a riconoscere “la salute mentale come una parte significativa della vita con la malattia psoriasica”.

Fattori come lo stress, infatti, possono contribuire notevolmente all’esacerbazione della malattia. “Eventi stressanti possono essere responsabili dell’insorgenza della patologia e/o innescare nuove reazioni cutanee. A loro volta, i sintomi fisici sono sia fisicamente che emotivamente stressanti e possono portare a privazione del sonno, stanchezza ed effetti negativi sul benessere psicologico”, aggiunge l’esperto. 

Il risultato? Una prima indagine globale sul tema della felicità nelle persone affette da psoriasi ha riportato che il 54% degli intervistati sperimenta un livello di stress e ansia superiore alla media, scrive l’IFPA.

Sebbene oggi grazie a nuove terapie, farmaci locali e sistemici, è possibile ‘spegnere’ quasi tutte le forme della patologia, come sottolineano anche gli esperti nel corso, “ancora troppi casi vengono ‘trascinati’ nel tempo, di specialista in specialista, prima di giungere ad una gestione pressoché ottimale della condizione”.

Come spiega ancora Misericordia, tra le cause principali, oltre alla multifattorialità che caratterizza la patologia e che si concretizza nell’insorgenza di altre comorbidità, spesso si assiste ad una scarsa compliance alle cure e ad una collaborazione da migliorare tra medici di famiglia e specialisti che dovrebbe essere finalizzata alla sinergia più efficace per il follow-up della malattia.

“Sappiamo che la carenza di Medici di Medicina Generale fa sì che quelli presenti hanno in carico un numero di pazienti ben superiore ai livelli ideali per poter dedicare a tutti le dovute attenzioni – commenta l’endocrinologo – ma oggi, anche grazie alla telemedicina i diversi specialisti impegnati nella gestione del paziente affetto da psoriasi possono collaborare molto più proficuamente, migliorando notevolmente la qualità della vita di questi”.  

Accanto alla condivisione di cartelle cliniche, terapie e immagini delle manifestazioni cutanee, gli esperti suggeriscono allora una condivisione di strategia tra i professionisti, “dal reumatologo al dermatologo, passando per lo psicologo e il nutrizionista”, per “un approccio integrato e multidisciplinare che non trascuri il benessere mentale del paziente e metta questo nella condizione di vivere più serenamente possibile la patologia cronica”, conclude Misericordia introducendo il corso disponibile fino al 31 dicembre, data ultima per il conseguimento dei crediti formativi ECM obbligatori previsti per tutti i camici bianchi.

Massimo Tortorella

Body shaming e magrezza patologica: formazione e consapevolezza per contrastare i nuovi fenomeni social

 Consulcesi lancia il nuovo corso per camici bianchi sui Disturbi del comportamento alimentare 

Una deplorevole challenge è divenuta virale su TikTok. È la “Boiler summer cup” e nel mirino dai giovani, ancora una volta, sono le ragazze in sovrappeso. Adescarne una con un peso maggiore e condividere “il bacio di prova” sulla piattaforma: questo l’ultimo fenomeno di bullismo e body shaming online che conferma e rafforza una cultura errata del corpo e rischia di causare un aumento di disturbi dell’alimentazione che già riguardano un numero allarmante di persone.

Per far fronte alle ultime, preoccupanti tendenze e in occasione della Giornata Mondiale dei disturbi alimentari, che si celebra il 2 giugno, Consulcesi Club riaccende i riflettori su quelli che sono ormai un problema sociale lanciando il corso “I disturbi del comportamento alimentare: dall’anoressia al binge eating – a letto senza cena” rivolto a medici e operatori sanitari.

Peso e forma fisica sono sempre più motivo di malessere psicologico, soprattutto tra i più giovani che sui social media si trovano a confrontarsi con modelli di magrezza spesso patologica. Basti pensare che gli ultimi dati registrati, risalenti all’anno pandemico, mostrano un aumento del numero di casi pari al 40% rispetto all’anno precedente.

“È ormai divenuto indispensabile sapere come e quanto social e web in generale influiscono sui comportamenti alimentari, soprattutto tra i più giovani, già considerati categorie a rischio per i disturbi a questi legati. Tutti i professionisti della salute devono allearsi per prevenire la comparsa delle patologie e ingaggiare la popolazione rispetto a un fenomeno tanto pressante”, commenta Stefano Lagona, Psicologo Psicoterapeuta alle cui cure l’azienda leader nella formazione ECM ha affidato la nuova formazione ECM.

“Oltre a patologie come anoressia e bulimia, che negli ultimi decenni hanno visto un progressivo abbassamento dell’età di insorgenza fino a riguardare bambini e preadolescenti, stiamo assistendo alla nascita e rapida diffusione di nuovi comportamenti devianti come l’ortoressia, la drunkoressia, bigoressia e pregoressia”, spiega ancora il dottore.

Si va da un’esagerata attenzione per la qualità del cibo e il desiderio continuo di depurarsi, alla pratica della restrizione delle calorie in modo da poter consumare più alcol e non aumentare di peso, dall’abuso di esercizio fisico e di anabolizzanti per scongiurare la convinzione di apparire piccoli ed esili, fino al disturbo alimentare che affligge le donne incinte che non vogliono aumentare di peso e, per questo, si sottopongono ad allenamenti prolungati e diete ipocaloriche.

“Queste patologie – continua Lagona – per la loro complessità hanno bisogno di un lavoro specializzato e integrato tra le varie figure professionali con l’obiettivo di una diagnosi corretta e precoce, quindi di una tempestiva presa in carico del paziente”.

Come spiega il dottore, se non trattati in tempi e modi adeguati, questi disturbi possono infatti diventare una condizione cronica, compromettendo organi e apparati, e portare alla morte nei casi più gravi. L’insorgenza precoce è poi motivo di ulteriore preoccupazione perché gli effetti associati a corpo e mente sono molto più gravi dal momento che tessuti, ossa e sistema nervoso centrale non hanno ancora raggiunto la loro completo sviluppo.

Il corso sarà dunque l’opportunità per i professionisti della sanità di approfondire le nuove cause legate a questi e nuovi disturbi, non mancando di considerare il ruolo e il supporto alle famiglie. “Guarire completamente è possibile ma richiede un’alleanza tra gli specialisti, una prevenzione dell’insorgenza, l’individuazione precoce dei soggetti ammalati o ad alto rischio, la riduzione della gravità delle patologie e, non meno fondamentale, il miglioramento delle strutture presenti sul territorio”, conclude Lagona. 

Consulcesi – Massimo Tortorella

Guerra in Ucraina: si aggiornano le manovre di pronto soccorso

onsulcesi lancia il nuovo corso contro le emorragie da ferite da guerra

Agire con tempestività ed efficacia sulle emorragie da ferite di guerra. E’ l’obiettivo del il nuovo corso “Il controllo delle emorragie: dalle lesioni domestiche alle ferite di guerra”, per mantenere alta l’attenzione sull’importanza di saper riconoscere e agire con tempestività sulle emorragie massive, in quanto principali cause di morte ed evitabili in caso di trauma, realizzato insieme a Daniele Manno, esperto di Remote e Military Life Support. 

Dell’invasione della Russia ad oggi infatti, secondo quanto riportato dal Sistema di Sorveglianza sugli Attacchi all’Assistenza Sanitaria dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sono stati perpetrati almeno 195 attacchi a servizi sanitari e di soccorso in Ucraina. Il governo ucraino conta quasi 400 strutture mediche distrutte o danneggiate. In entrambi i rapporti comunque, gli attacchi risultano riguardare le strutture sanitarie, da ospedali di maternità e pediatrici, centri oncologici, e di riabilitazione, strutture psichiatriche, ma anche ambulanze, banche del sangue e squadre di primo soccorso, “portando il Servizio Sanitario ucraino sull’orlo del baratro”, denuncia l’Organizzazione.

“Di fronte ai gravissimi attacchi contro l’assistenza sanitaria, mettere il maggior numero di persone in condizione di saper compiere semplici ma efficaci manovre per fermare per esempio la fuoriuscita di sangue può significare salvare una vita in più”, commenta l’esperto.

“I medici e gli operatori sanitari spesso non sanno o hanno dimenticato alcune manovre da usare in emergenza, – commenta Manno – ad esempio, il tourniquet il dispositivo medico contro le emorragie massive caduto pressoché in disuso in tempo di pace, è tornato a far parlare di sé. 

Ricerche sul campo dimostrano come il suo utilizzo permette una percentuale di sopravvivenza molto elevata, con tempi di trasferimento presso strutture attrezzate fino a 6 ore e senza complicazioni, ovvero senza perdite dell’arto. È dunque importante che questo che sia sempre presente nei kit di pronto soccorso e che in caso di mancanza di questo, quante più persone sappiano come e cosa usare per fermare un’emorragia”, conclude Manno.

Dall’inizio del conflitto, la televisione ucraina trasmette video informativi alla popolazione per insegnare a curare le ferite da armi da fuoco e fornire ai cittadini le primarie ed essenziali istruzioni di pronto soccorso. Ad esempio, nelle manovre di soccorso, sta ritornando alla ribalta il tourniquet, il dispositivo medico d’urgenza contro le emorragie massive quasi ‘demonizzato’ in tempo di pace. 

Anche Consulcesi, che da oltre 25 anni è accanto a medici e operatori sanitari con servizi legali e corsi di formazione ECM, per supportare i professionisti della salute così come tutta la popolazione coinvolta nel conflitto, ha realizzato un video con sottotitoli in ucraino su come applicare il tourniquet.

Consulcesi – Massimo Tortorella