Lo smart working non è stato di certo scoperto nel lockdown, ma sicuramente la situazione ne ha amplificato l’uso, facendo superare i pregiudizi e migliorando le competenze digitali. Durante la fase più acuta dell’emergenza, infatti, il cosiddetto “lavoro agile”, già nei progetti di molte aziende italiane da prima della pandemia, è diventato un tassello fondamentale dell’economia.
Secondo una ricerca condotta dall’Osservatorio Smart Working, durante il lockdown lo smart working ha coinvolto il 97% delle grandi imprese, il 94% delle pubbliche amministrazioni italiane e il 58% delle PMI, per un totale di 6,58 milioni di lavoratori agili, circa un terzo dei lavoratori dipendenti italiani, oltre dieci volte più dei 570mila censiti nel 2019.
L’esperienza positiva, sia per le imprese sia per i lavoratori, ha aperto prospettive interessanti per un’adozione più diffusa del lavoro a distanza. Molte aziende (circa il 55%), infatti, hanno deciso di mantenere in piedi questa nuova organizzazione del lavoro, anche in forma ibrida. Lo smart working oramai è entrato nella quotidianità degli italiani, che lo considerano una grande occasione, soprattutto per migliorare la qualità della propria vita in nome del famoso work life balance.
Anche Consulcesi Group, da più di vent’anni punto di riferimento per i professionisti sanitari in Italia, ha deciso di adottare lo smart working, con uno-due rientri settimanali, convinta che questa nuova modalità lavorativa possa garantire un maggior equilibrio tra le esigenze legate al lavoro e quelle inerenti la cura e la gestione della famiglia. Del resto l’azienda da sempre crede che il benessere psico-fisico dei suoi dipendenti sia fondamentale. Come ha spiegato Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi: “Dedicare del tempo a se stessi, ed a i propri cari, è indispensabile e permette ad ogni singola persona di trovare il proprio equilibrio e di dosare meglio le proprie energie anche nel lavoro. All’interno dell’azienda, molto tempo prima della pandemia, avevamo messo a disposizione delle aree relax e anche una palestra – chiusa proprio a causa del Covid – proprio per permettere ai nostri dipendenti di poter avere cura del proprio benessere fisico che, ben presto si trasforma in benessere emotivo. Molto prima di Google, come annunciato in questi giorni dal colosso, Consulcesi ha predisposto un sistema per facilitare lo smart working”.
Anche per Consulcesi, come per altre aziende, lo smart working rappresenta un nuovo modo di condividere gli obiettivi professionali e rendere tutti più responsabili del proprio lavoro, al fine di raggiungere un risultato collettivo. Un fattore determinante per la transizione dal lavoro tradizionale a quello a distanza è stato l’investimento nell’ambito della sicurezza informatica. L’azienda, infatti, oltre a puntare sulla formazione dei suoi dipendenti in materia di cyber sicurezza ha messo a punto un sistema che dota tutti i dispositivi (smartphone, pc, tablet, ecc.) da remoto delle stesse garanzie e protezioni, permettendo a ogni dipendente di lavorare come se fosse seduto alla sua scrivania, in azienda.
Per Consulcesi, che ha già abolito l’uso della plastica monouso, lo smart working è anche una scelta ecosostenibile, poiché riduce drasticamente gli spostamenti delle persone.