Come usare la blockchain e l’Intelligenza Artificiale per l’emergenza Coronavirus

Combattere l’emergenza del coronavirus in Cina e nelle diverse città del mondo mediante l’uso delle tecnologie emergenti. Questa l’idea di specialisti e delegati delle istituzioni nazionali ed internazionali, che suggeriscono il ricorso a queste soluzioni per coordinare e gestire le misure mediche necessarie. Pechino sta amministrando in modo adeguato i bisogni e le emergenze, come le donazioni materiali, finanziarie ed economiche che provengono dall’interno e dall’estero, ma il suggerimento assume contorni interessanti. La proposta è stata lanciata da Syren Johnstone, Direttore del master in Legge presso la Hong Kong University e autore di una pubblicazione dal titolo “A viral warning for change. The Wuhan coronavirus versus the red cross: better solution via blockchain and artificial intelligence”. Nel documento, pubblicato su Ssrn.com (Social Science Electronic Publishing) e sul sito della Facoltà di Legge di Oxford, Syren Johnstone stila una lista in cui enumera tutti i vantaggi derivanti dall’uso delle nuove tecnologie. Quest’ultimo punta l’attenzione su come usare la Blockchain e l’Intelligenza Artificiale per controllare, limitare e vincere la propagazione del Coronavirus. Eppure, la popolazione cinese guarda con sospetto all’uso delle tecnologie, ricordando le incompetenze connesse all’intervento della Croce Rossa in occasione del terremoto del Sichuan nel 2008 e di inefficiente gestione dei tantissimi soldi, giunti da ogni parte del mondo, per venire incontro ai sopravvissuti. Le risorse economiche si persero tra le burocrazie della complessa organizzazione cinese. Dal documento di Johnston si comprende, invece, come il ricorso alle tecnologie più innovative potrebbe agevolare la gestione e l’organizzazione di un’epidemia, come quella del coronavirus che sta provocando un’emergenza mondiale. Dalla pubblicazione si evince come una rete blockchain di carattere privato permetterebbe di verificare il flusso delle donazioni di natura economica oppure delle offerte delle maschere denominate N95, capaci di purificare l’aria del 95% delle particelle presenti nell’aria e di arginare lo sviluppo del coronavirus. L’uso di una rete blockchain privata durante l’emergenza sanitaria del Coronavirus permetterebbe di individuare il momento in cui le maschere verrebbero donate, la zona esatta in cui verrebbero consegnate, l’utilizzo che ne verrebbe fatto e tutti i soggetti coinvolti nell’intero procedimento. La tecnologia blockchain conferirebbe maggiore trasparenza alle operazioni economiche e materiali che riguardano la Cina, protagonista in questi giorni di emergenza di un flusso notevole di donazioni. Viste le cifre e i numeri elevati, una rete blockchain consentirebbe a tutti di seguire e tracciare le donazioni e l’uso che se ne farebbe. E questo accrescerebbe la fiducia, spingendo i donatori ad elargizioni più generose. La rete blockchain permetterebbe di coordinare l’elevato numero di statistiche che giungono sui casi di contagio, guarigione o morte, limitando l’eccessivo allarme e una generale psicosi. Anche i sistemi di Intelligenza Artificiale potrebbero contribuire alla gestione del Coronavirus, poiché riunirebbero in modo analitico le statistiche sul contagio nelle diverse aree, creerebbero collegamenti tra centri di ricerca e ospedali, tra amministrazioni locali e forze dell’ordine, che potrebbe operare in sinergia. Il vantaggio di una rete blockchain è la grande trasparenza, l’accesso libero a tutti gli utenti, che potrebbero seguire l’andamento del contagio del Coronavirus e quanto le istituzioni fanno per combattere ogni giorno l’emergenza.