Il pool legale Consulcesi & Partners, da anni al fianco di camici bianchi e dell’intero personale sanitario, lancia un monito sui rischi legati all’uso di messaggi, videochiamate e app per gestire il rapporto con i pazienti. A tal proposito, Consulcesi & Partners afferma: “Il rischio per i professionisti sanitari è molto alto perché loro sono i depositari dei cosiddetti dati sensibili che secondo il Regolamento generale per la protezione dei dati GPDR sono sottoposti a tutela particolarmente severa”. Infatti, nel corso dei giorni più caldi della pandemia da COVID – 19, si è registrato un uso rilevante di webinar, come pure un ricorso continuo a consulti telefonici e online. Di certo, si tratta di modalità in grado di rendere più elastico e diretto il rapporto tra medico e paziente, saltando le noie della burocrazia e i problemi connessi ai tempi di attesa. Tuttavia, l’uso della tecnologia per mantenere il contatto tra medico e paziente nasconde insidie importanti, in relazione ai dati personali e sanitari della persona curata, se non si presta attenzione al loro uso e trattamento. Informazioni quali sesso, età, religione e dati sanitari rappresentano dati sensibili molto delicati, che meritano un’attenta tutela Ciro Galiano, esperto in Privacy e Digitale e legale per il team Consulcesi & Partners, spiega le conseguenze a cui la classe medica potrebbe andare incontro: “In caso di errato trattamento dei dati, le sanzioni potrebbero arrivare fino 20 milioni di euro o, se superiore, fino al 4% del fatturato globale”. L’avvocato Ciro Galiano, naturalmente, esclude che ciascun medico rischi di toccare cifre di questo tenore, perché si tratta di una previsione di massima. Tuttavia, l’avvocato Ciro Galiano evidenzia che, accanto alla multa, il medico rischi una citazione per risarcimento danni da parte del paziente, oltre che le sanzioni da parte degli Ordini professionali. Purtroppo, le app, i mezzi di comunicazione in tempo reale e di messaggistica istantanea, se da un lato rendono più plastico e veloce il rapporto medico – paziente, dall’altro rischiano di portare importanti conseguenze in tema di privacy del paziente, oltre che alterare il segreto professionale a cui il medico è tenuto in seguito al giuramento di Ippocrate.
Quando si parla del digitale, la situazione si complica di più, perché entra in gioco l’azienda che fornisce il servizio e che non sempre garantisce ampia trasparenza per quanto riguarda il trattamento dei dati, soprattutto se si fruisce di piattaforme gratuite. I dati diffusi dall’Osservatorio Federprivacy affermano che l’Italia è la prima in Europa per il numero di multe, che sono risultate essere 410 milioni nel corso dell’anno 2019. In particolare, il 44% dei casi ha riguardato un illecito trattamento dei dati, mentre il 18% delle questioni ha riguardato un insufficiente uso delle misure di sicurezza. Infine, il 9% dei casi sanzionati ha riguardato una mancata o inadeguata informativa sul trattamento dei dati, mentre nel 13% dei casi si è riscontrato un non rispetto dei diritti degli interessati. I dati di WhatsApp appartengono a Facebook e si memorizzano automaticamente sui server extra UE, trasgredendo le norme previste nel GDPR in tema di trattamento dei dati e in vigore dal maggio 2018. Infatti, il paziente ha diritto ad essere informato e i suoi diritti devono godere del massimo rispetto. Pertanto, Consulcesi & Partners ha stilato un piccolo elenco di consigli per medici e personale sanitario, affinché non rischino di violare la tutela della privacy degli utenti, anche usando tecnologie, app e sistemi di messaggistica istantanea. Infatti, il medico sarà tenuto a mettere in pratica la nuova informativa per la tutela dei dati, aggiornare i documenti in tema di rispetto della privacy e del consenso informato, verificare la conformità dei programmi fruiti, il corretto funzionamento dei sistemi di protezione da virus e l’adeguatezza dei documenti, soprattutto in riferimento alle questioni afferenti alla modalità di trattamento dei dati personali e della prestazione del consenso informato. Inoltre, ancora il team legale Consulcesi & Partners consiglia ai medici e al personale sanitario di usare app di messaggistica istantanea specificatamente dedicate all’uso professionale e di prestare attenzione alla diffusione di consigli medici mediante social, attivando in modo adeguato le diverse opzioni legate alla privacy.