Roma si prepara alla “Blockchain Week” di marzo

Dal 17 al 21 marzo via alla “Blockchain Week” a Roma dove, in un locale di Via Barberini, sarà possibile conoscere più da vicino le criptovalute, scambiarle e informarsi sull’argomento. La Blockchain Week rappresenta un evento che consentirà un approfondimento sul settore, permettendo un confronto tra esperti, creatori di startup, manager di aziende nazionali ed internazionali. La Blockchain Week, dunque, riunirà tutte le realtà che stanno facendo della blockchain, delle criptovalute e della finanza decentralizzata campi di investimento di notevole importanza per i loro business. E, alla fine, di marzo, proprio a Roma aprirà il primo Bitcoin Cafè europeo e, forse, anche mondiale. Infatti, la blockchain è diventata, con il tempo, la nuova e più grande frontiera di Internet. A dieci anni dalla sua nascita, questa tecnologia, basata sulla logica della catena dei blocchi, è diventata una piattaforma innovativa, in grado di fornire nuove risposte alle necessità di imprese, organizzazioni, consumatori e cittadini. Nell’ultimo decennio, la blockchain ha avuto un’incidenza sui costi dei trasporti, sulla lotta alla falsificazione, sugli scambi commerciali, sulla tracciabilità delle merci, dei comparti della produzione e della distribuzione. La blockchain sta aprendo nuovi percorsi, incoraggiando aziende ed organizzazioni a nuovi e sempre più elevati investimenti. Insieme al 5G, anche la tecnica a blocchi è diventata il centro delle nuove e più avanzate tecnologie. All’interno della Distributed Ledger Technologies, infatti, la blockchain va a creare soluzioni basate su registri e libri mastri condivisi, che ne permettono l’accesso e la lettura da parte di più soggetti presenti nella rete. Registri e libri mastri condivisi, ma inattaccabili ed inaccessibili dagli hacker. Inoltre, la blockchain sta aprendo scenari occupazionali imprevedibili poiché, stando a quanto detto da Linkedin, le abilità sulla tecnologia a blocchi risultano essere le più richieste nel mondo del digitale. Le aziende cercano risorse umane con abilità particolari, senza contare che l’Italia ha investito 30 milioni di euro nella Blockchain e nella Distributed Ledger. E le risorse investite hanno subito un incremento del 100% rispetto al 2018. Le criptovalute, seppur non ancora considerate con fiducia, appartengono stabilmente a piattaforme leader quali Microsoft, IBM, Telegrame e Facebook. Tra gli organizzatori della Blockchain Week a Roma, c’è l’italiano Gian Luca Comandini, docente di Blockchain presso l’Università Guglielmo Marconi, promotore di Blockchain Core, socio della task force per la Blockchain del Ministero dello Sviluppo economico e cofondatore dell’associazione di categoria Assobit. Proprio Gian Luca Comandini ha espresso il suo compiacimento per l’evento che a marzo accenderà di entusiasmo la capitale: “E’ importante che anche l’Italia faccia la sua parte e si affacci da leader nel settore fintech anche nel panorama globale”, poiché consapevole che la blockchain sia il nuovo traguardo del futuro. A tal proposito afferma: “Ormai, banche, governi e multinazionali stanno adattando le proprie infrastrutture monetarie a nuovi concetti di crittografia e decentralizzazione, è un punto di non ritorno”. Comandini profetizza nei prossimi dieci anni “il collasso di tanti sistemi intermediari che hanno causato fin troppe crisi e problemi globali e ad accogliere nel bene e nel male una nuova era di decentralizzazione. Ciò impatterà su tutto, non solo sul nostro sistema economico e monetario che tuttavia è il primo ad essere rivoluzionato”. E ripone la sua speranza nella gente, auspicando che acquisti fiducia nel bitcoin, senza volgere lo sguardo su “altri tipi di monete pseudo – decentralizzate”. Il Professor Gian Luca Comandini sarà in buona compagnia nel corso del suo intervento presso l’hotel Mercure Roma West, dove illustrerà gli effetti della rivoluzione Bitcoin. Infatti, sarà affiancato da esperti italiani e mondiali come: Paolo Ardoino, Cto di Bitfinex e Tether, due tra le eccellenze crypto al mondo; Giacomo Zucco, maximalist ed esperto di Bitcoin; Marco Monaco Blockchain Competence Center Leader di PwC; Massimo Chiriatti, Cto Blockchain & Digital Currencies di Ibm; Alexander Filatov, cofondatorie e Amministratore Delegato di Ton Labs; Marcello Minenna; Federico Tenga, cofondatore di Chainside. La tecnologia bitcoin appartiene ormai a molti brand di grido e sta evolvendo anche in Italia dove SIAE, SIA, Barilla, Mediolanum, Consorzio Arance Rosse di Sicilia stanno compiendo test per verificare la sua futura applicazione.

Quali sono le abitudini di noi italiani quando dobbiamo scegliere come curare il nostro benessere? Quali sono i tipi di farmaci che solitamente scegliamo di acquistare in farmacia? La fotografia arriva dai recentissimi studi sull’argomento effettuati da Iqvia, il provider globale in ambito sanitario e farmaceutico. Secondo uno studio che si focalizza in particolare sul mercato totale dei prodotti venduti nelle farmacie italiane, Iqvia dichiara che gli italiani nel 2019 hanno acquistato prodotti in farmacia per un fatturato totale pari a 24,2 miliardi. Questo dato però è in lieve calo rispetto quello riferito all’anno precedente (cioè il 2018), quantificato in un – 0,7%. Ma andando a guardare più nel dettaglio, il provider si concentra nel mettere a nudo tutte quelle che sono le nostre abitudini in fatto di acquisti in farmacia. Andando quindi a scorporare i dati totali e suddividerli per sezioni, si nota come gli acquisti di medicine da prescrizione (denominato ‘comparto etico’), mantenga ancora una buona percentuale di acquisto, quantificata in 58,6% dei prodotti venduti. Nel 2019 però, tali acquisti vedono una flessione dll’1,3%, con una perdita totale del fatturato pari a circa 180 milioni di euro. Ma quindi da cosa è rappresentata la crescita del mercato dei prodotti acquistabili in farmacia? A far segnare una flessione positiva, sono invece i prodotti inscrivibili all’interno del cosiddetto ‘reparto commerciale’, cioè gli integratori e i prodotti per la cura della persona. Nel 2019 abbiamo acquistato cosmetici e creme in farmacia più dell’anno precedente. La ragione, come osservato dagli esperti Iqvia, è riconducibile ad un crescente bisogno di qualità da parte dei clienti, che oltre all’acquisto di prodotti di alta fascia per la cura della persona, cercano anche il consiglio di esperti spesso reperibili proprio all’interno di farmacie di fiducia. A segnare un calo invece, sono anche il mercato dei prodotti per la nutrizione – come ad esempio gli alimenti per celiaci o il latte in polvere – e i prodotti parafarmaceutici – ad esempio termometri, siringhe, ecc. -. In particolare i prodotti per celiaci venduti in farmacia devono fare i conti con la concorrenza della grande distribuzione che avanza inesorabile (nei supermercati forniti, i prodotti per celiaci sono solitamente reperibili a costi più bassi rispetto quelli proposti dalle farmacie). Infine, un altro dato positivo viene registrato da Iqvia: in Italia, a differenza di ciò che sta accadendo in molto altri paesi – come la Germania o l’Inghilterra ad esempio – aprono sempre più punti vendita. Solo nell’ultimo anno sono nate circa 300 nuove farmacie, il cui fatturato va naturalmente ad impattare positivamente sulla redditività totale di questo settore. 

Consulcesi Tech, la piattaforma lancia i progetti basati sulla tecnologia blockchain

Consulcesi Tech, piattaforma digitale del gruppo Consulcesi, ha messo al centro dei suoi progetti la tecnologia blockchain. La tecnologia blockchain rappresenta un’organizzazione dati condivisa ed immutabile. Si tratta di un registro digitale le cui voci sono strutturate in blocchi, ordinate cronologicamente, la cui sicurezza è protetta dalla crittografia. La tecnologia blockchain nasconde possibilità importanti, in grado di modificare la vita delle persone e la modalità con cui svolgono le loro attività quotidiane. La tecnologia blockchain garantisce la protezione, la sicurezza, il riconoscimento e la trasparenza dei dati. La tecnologia blockchain è agli esordi, ma ha trovato campi di applicazione adeguati. Il team Consulcesi, all’interno della piattaforma digitale Consulcesi tech, ha lanciato 5 progetti afferenti alla tecnologia blockchain: 1. Futura Stem: questa tematica ha come obiettivo usare il blockchain al fine di tutelare il processo di crioconservazione (una modalità usata in laboratorio e che si basa sulla conservazione di cellule e tessuti a bassissime temperature) e per certificare la proprietà delle cellule staminali. Il progetto Futura Stem della piattaforma Consulcesi Tech permette di definire, tracciare e controllare con la “catena dei blocchi” l’intero processo crioconservativo delle cellule staminali del sangue del cordone ombelicale; 2. Sanità Informazione: si tratta di un progetto di E – learning della piattaforma Consulcesi Tech. Attraverso la tecnologia blockchain Ethereum, a garanzia che tutti i requisiti previsti dalla legge sono stati soddisfatti, si realizzano corsi di formazione in medicina in Albania. I corsi di formazione in e – learning della piattaforma Consulcesi Tech seguono una procedura sicura e certificata, che ne prova l’avvenuto ed adeguato completamento; 3. Survey Chain: questo progetto della piattaforma Consulcesi Tech ha l’obiettivo di garantire la procedura di svolgimento dei sondaggi, da riportare in modo sicuro ed inalterabile sulla rete pubblica Blockchain Ethereum; 4. Rehegoo Music: si tratta di un progetto che la piattaforma Cosulcesi Tech, basata sulla tecnologia Blockchain, offre agli artisti, al fine di superare i problemi sulla gestione dei diritti d’autore e le questioni nate a seguito della nascita degli streaming; 5. Digital Blitz: il gruppo Consulcesi si impegna nello sviluppo di Digital Blitz e, in questo momento, le due realtà hanno sviluppato una partnership. Nell’ambito dell’area “Fintech”, il team Consulcesi è diventato consulente principale di “ConsulCoin Cryptocurrency Fund”. Si tratta del primo fondo di investimento europeo regolato, che si trova nel mondo; ConsulCoin Cryptocurrency Fund, di cui Consulcesi è divenuto consulente principale, dedica il suo servizio alle società quotate e a prodotti finanziari, che fanno della tecnologia Blockchain e delle criptovalute gli strumenti fondamentali della loro attività.

 

Consulcesi pronta a task force internazionale per fronteggiare la psicosi da Coronavirus

Consulcesi, pool legale sempre in prima linea per il sostegno e la formazione degli operatori sanitari, scende in campo per limitare la diffusione di informazioni fake e che generano inutile allarmismo sull’epidemia del Coronavirus. Sono oltre 200 le esperienze formative che Consulcesi mette a disposizione attraverso il suo provider Sanità in – Formazione.  Così, Consulcesi ha deciso di avviare una vera e propria “task force di medici e specialisti della comunicazione contro le bufale che circolano sul web, sui social e sugli smartphone, generando allarmismo tra i pazienti”. Il Presidente di Consulcesi Massimo Tortorella spiega come l’impegno dell’équipe Consulcesi si stia attivando in due diverse direzioni: l’impegno di specialisti, infettivologi, virologi ed epidemiologi, che stanno mostrando la loro disponibilità a livello nazionale ed internazionale nel dare il loro contributo; la richiesta alla formazione da parte degli operatori sanitari, i primi esposti al rischio contagio, ma a conoscenza del fatto che la diffusione del virus vada limitata, come vada contenuta l’ansia da epidemia, che potrebbe diffondersi nella massa. Massimo Tortorella, presidente del pool legale Consulcesi, vede nell’adeguata comunicazione medico – paziente il rimedio ideale per contenere l’eventuale psicosi da contagio. Il presidente di Consulcesi Massimo Tortorella sottolinea: “Riteniamo molto importante la disponibilità che ci stanno offrendo i professionisti sanitari anche per evitare che si diffonda il panico alimentato da fake news che viaggiano velocissime su web, social e sugli smartphone addirittura come le vecchie catene di Sant’Antonio”. Pertanto, lancia l’idea di “una vera e propria task force che andrà a stanare chi propaga bufale che alimentano dannosi allarmismi”. Il presidente di Consulcesi Massimo Tortorella, poi, ha evidenziato come il corso Fad Ecm “Ebola” abbia registrato un elevato numero di fruitori. Si tratta dell’esperienza formativa che aveva dato inizio alla novità del progetto dei “Film Formazione”, in grado di fornire un’importante lezione su come gestire il diffondersi delle epidemie. L’iniziativa “Film Formazione” del pool legale Consulcesi è stata sostenuta dalla collaborazione scientifica dell’Istituto per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” e dell’Università “La Sapienza”. Il progetto è costituito da lezioni teoriche e da un lungometraggio in lingua inglese, affiancando l’efficacia comunicativa del cinema alla didattica di carattere scientifico. Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi, spiega come il corso Fad Ebola sia dedicato anche ai pazienti. Si tratta di un corso finalizzato alla formazione del personale sanitario al fine di “aggiornare le proprie competenze sul protocollo da seguire in queste delicate situazioni ed in caso di pandemie: operazioni di vestizione/svestizione, isolamento del paziente affetto da patologie infettive e in generale tutte le operazioni da compiere per ridurre al minimo il rischio di diffusione degli agenti patogeni”. Il Presidente Massimo Tortorella, poi, ricorda come già un elevato numero di operatori sanitari abbia usufruito dei corsi organizzati dal pool legale Consulcesi e di come gli stessi si stiano rendendo disponibili a condividere le loro conoscenze sulla piattaforma a titolo gratuito. L’obiettivo del progetto “E – Bola”, promosso e lanciato da Consulcesi nell’ambito dell’iniziativa di “edutainment”, ha avuto come obiettivo stabilire un coordinamento internazionale per la formazione a distanza, al fine di affrontare le future emergenze sanitarie  e incrementare la ricerca. Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi, si dice soddisfatto della collaborazione con il Ministero della Salute e di come lo stesso Ministro della Salute Roberto Speranza abbia evidenziato la “necessità di un coordinamento a livello internazionale”. Il presidente di Consulcesi Massimo Tortorella ha concluso affermando che: “Con l’esperienza maturata in questi anni e con la disponibilità offerta dai tanti operatori sanitari che ci stanno contattando, confermiamo la nostra disponibilità a partecipare e, se necessario, anche a promuovere una cabina di regia mondiale ed a mobilitare una task force dei “nostri” medici».

Burnout e malattie cardiache, dalla scienza nuove possibilità di risarcimento

Italia tra i Paesi europei con operatori sanitari più stressati: la sindrome colpisce il 90% in corsia. Consulcesi attiva sportello gratuito per la prima valutazione medico-legale e consulenza legale: all’esame tutti i fattori di rischio, come riconoscere i sintomi e come tutelarsi

Arriva dalla scienza una importante conferma sulla possibilità di veder  riconosciuti in sede legale i diritti delle vittime di burnout lavorativo, sindrome sempre più diffusa individuata anche dall’OMS, che colpisce in particolar modo le “helping profession”, capofila i medici e gli operatori sanitari.  In testa alla classifica, secondo l’European General Practice Research Network sono proprio i medici italiani, con 9 casi 10 colpiti da burnout. Un recentissimo studio americano pubblicato dall’European Society of Cardiology (Esc), condotto su 11 mila soggetti a rischio per 25 anni, dimostra, per la prima volta, l’associazione tra burnout e patologie cardiache e in particolare, che esiste un aumento del 20% del rischio di fibrillazione atriale. In più, i ricercatori individuano che sono frequenti disturbi del ritmo cardiaco potenzialmente mortali, come aritmie, ictus e infarto l’analisi. Lo stress sul lavoro prolungato e continuativo, quindi, può avere serie conseguenze non solo di natura psichica ma anche fisica.

 “Questo è un risultato molto importante – rileva il pool legale Consulcesi – che apre le porte a nuove iniziative giudiziarie e alla possibilità di ottenere il risarcimento del danno qualora sia comprovato un nesso causale tra la sindrome del burnout e le sue conseguenze e una condotta datoriale in violazione dei precetti previsti per la sicurezza in ambito lavorativo”. Due recenti sentenze (n. 1452/2018 e n- 597/2019) vanno già in questa direzione e i lavoratori hanno ottenuto il riconoscimento del danno per le conseguenze dello stress lavoro-correlato e la responsabilità del datore di lavoro in tal senso. Turni massacranti, eccessivo carico di lavoro, carenza di personale sono tra i fattori principali del burnout, sindrome che in alcuni casi ha condotto a problemi di alcolismo, depressione e anche al suicidio. E allora, come far valere il proprio diritto sul lavoro? 

Consulcesi ha attivato uno sportello di consulenza legale gratuita e di valutazione medico-legale per rispondere ai dubbi e alle richieste degli operatori sanitari chi ritengono di essere colpiti da burnout e vuole far valere i propri diritti al numero verde 800.122.777 o direttamente sul sito www.consulcesi.it. Intanto sono stati già evidenziati i principali fattori di rischio.  

Come riconoscere se si è a rischio di cadere nella sindrome di burn out? 

Il burnout colpisce più spesso le persone che lavorano nelle professioni di aiuto, come i medici e gli operatori sanitari (ma anche insegnanti, avvocati o poliziotti). I primi segnali della sindrome sono depersonalizzazione, stanchezza cronica, ridotta produttività, cinismo e sensazione di perdita di significato della propria attività. I principali fattori di stress lavoro-correlato e le loro conseguenze sono importanti da riconoscere per poter acquisire la consapevolezza della propria condizione e attivare un’azione legale.  Turni massacranti e eccessivo carico di lavoro – Giornate lunghe e un eccessivo carico di lavoro, specie nel periodo notturno, inducono performance cognitive paragonabili a quelle che si hanno con un tasso alcolico di 0.4-0.5%. Aumenta inoltre il rischio di malattie cardiovascolari dell’operatore, si assiste a un peggioramento oggettivo delle performance cognitive e quindi ad un incremento del rischio clinico. Per il 34% dei medici il lavoro è troppo e alla lunga diventa insostenibile.

Basso turnover – Reparti duplicati e gestione di un carico di pazienti aggiuntivo per mancanza di personale, a cui spesso si uniscono inefficienze a livello di organizzazione e gestione del sistema.

Aumento delle incombenze burocratiche – Riduzione dell’autonomia del medico e aumento delle pratiche da sbrigare, spesso duplicate a seconda dei sistemi informativi, e accessorie rispetto alla pratica della medicina. Le pratiche burocratiche e l’aumento delle attività amministrative sono fattori percepiti in modo estremamente negativo da più del 59% dei medici.

Aspettative di salute – Aspettative crescenti ed esagerate da parte dei pazienti, che arrivano dal medico con false convinzioni e informazioni spesso trovate online.  In seguito all’aumento delle denunce per malpractice, il medico si trova a mettere in atto pratiche di medicina difensiva che influiscono sul corretto e sereno esercizio della sua professione.

Come usare la blockchain e l’Intelligenza Artificiale per l’emergenza Coronavirus

Combattere l’emergenza del coronavirus in Cina e nelle diverse città del mondo mediante l’uso delle tecnologie emergenti. Questa l’idea di specialisti e delegati delle istituzioni nazionali ed internazionali, che suggeriscono il ricorso a queste soluzioni per coordinare e gestire le misure mediche necessarie. Pechino sta amministrando in modo adeguato i bisogni e le emergenze, come le donazioni materiali, finanziarie ed economiche che provengono dall’interno e dall’estero, ma il suggerimento assume contorni interessanti. La proposta è stata lanciata da Syren Johnstone, Direttore del master in Legge presso la Hong Kong University e autore di una pubblicazione dal titolo “A viral warning for change. The Wuhan coronavirus versus the red cross: better solution via blockchain and artificial intelligence”. Nel documento, pubblicato su Ssrn.com (Social Science Electronic Publishing) e sul sito della Facoltà di Legge di Oxford, Syren Johnstone stila una lista in cui enumera tutti i vantaggi derivanti dall’uso delle nuove tecnologie. Quest’ultimo punta l’attenzione su come usare la Blockchain e l’Intelligenza Artificiale per controllare, limitare e vincere la propagazione del Coronavirus. Eppure, la popolazione cinese guarda con sospetto all’uso delle tecnologie, ricordando le incompetenze connesse all’intervento della Croce Rossa in occasione del terremoto del Sichuan nel 2008 e di inefficiente gestione dei tantissimi soldi, giunti da ogni parte del mondo, per venire incontro ai sopravvissuti. Le risorse economiche si persero tra le burocrazie della complessa organizzazione cinese. Dal documento di Johnston si comprende, invece, come il ricorso alle tecnologie più innovative potrebbe agevolare la gestione e l’organizzazione di un’epidemia, come quella del coronavirus che sta provocando un’emergenza mondiale. Dalla pubblicazione si evince come una rete blockchain di carattere privato permetterebbe di verificare il flusso delle donazioni di natura economica oppure delle offerte delle maschere denominate N95, capaci di purificare l’aria del 95% delle particelle presenti nell’aria e di arginare lo sviluppo del coronavirus. L’uso di una rete blockchain privata durante l’emergenza sanitaria del Coronavirus permetterebbe di individuare il momento in cui le maschere verrebbero donate, la zona esatta in cui verrebbero consegnate, l’utilizzo che ne verrebbe fatto e tutti i soggetti coinvolti nell’intero procedimento. La tecnologia blockchain conferirebbe maggiore trasparenza alle operazioni economiche e materiali che riguardano la Cina, protagonista in questi giorni di emergenza di un flusso notevole di donazioni. Viste le cifre e i numeri elevati, una rete blockchain consentirebbe a tutti di seguire e tracciare le donazioni e l’uso che se ne farebbe. E questo accrescerebbe la fiducia, spingendo i donatori ad elargizioni più generose. La rete blockchain permetterebbe di coordinare l’elevato numero di statistiche che giungono sui casi di contagio, guarigione o morte, limitando l’eccessivo allarme e una generale psicosi. Anche i sistemi di Intelligenza Artificiale potrebbero contribuire alla gestione del Coronavirus, poiché riunirebbero in modo analitico le statistiche sul contagio nelle diverse aree, creerebbero collegamenti tra centri di ricerca e ospedali, tra amministrazioni locali e forze dell’ordine, che potrebbe operare in sinergia. Il vantaggio di una rete blockchain è la grande trasparenza, l’accesso libero a tutti gli utenti, che potrebbero seguire l’andamento del contagio del Coronavirus e quanto le istituzioni fanno per combattere ogni giorno l’emergenza. 

Aggressioni e denunce contro i medici. Il grido di dolore dei camici bianchi in piazza con le Sardine

L’inasprimento delle condizioni lavorative e l’aumento del clima di odio nelle corsie, sono le principali ematiche su cui sono stati sensibilizzati sia uno dei fondatori delle Sardine Mattia Santori sia l’europarlamentare Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa. Il presidente di Consulcesi, Massimo Tortorella: “La formazione continua è una tutela importante, anche per fronteggiare le numerose denunce che arrivano contro i medici e operatori sanitari” 

“Sanità in alto mare”: basta odio medico-paziente per una salute di qualità. Con cappellini e t-shirt con impresso questo slogan sono arrivate in piazza, con il Movimento delle Sardine, le principali preoccupazioni di medici e operatori sanitari italiani: l’inasprimento delle condizioni lavorative e l’aumento del clima di odio nelle corsie. Tematiche su cui sono stati sensibilizzati sia uno dei fondatori delle Sardine Mattia Santori sia l’europarlamentare Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa, lanciando quei messaggi distensivi e anti- violenza che rappresentano il filo conduttore del programma presentato dal Movimento. 

“Questo clima di odio sdoganato anche alla salute coinvolge pure noi medici e gli altri operatori sanitari – ha confermato Pietro Bartolo –. Spesso sfocia in aggressioni che si potrebbero evitare ritrovando la strada maestra del rispetto, anche delle diversità, e recuperando lo spirito della nostra missione. Da parte nostra dobbiamo far di tutto per recuperare la fiducia dei pazienti con l’ascolto e dimostrando professionalità e preparazione”. 

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“Il clima di odio che si respira tra le corsie degli Ospedali di tutta Italia, come confermato dell’escalation di denunce e di aggressioni al centro anche degli ultimi casi di cronaca è lo specchio del disagio che vive il professionista sanitario oggi e che è stato portato in piazza al movimento delle sardine in Italia – ha affermato Massimo Tortorella, Presidente Consulcesi network legale per la tutela dei diritti dei medici – . Il miglior antidoto per stemperare le tensioni e recuperare il rapporto fiduciario tra medico e paziente, auspicabile in un vero e proprio Patto della Salute, è senza dubbio un solido percorso formativo. In vista della cadenza del triennio formativo, la formazione continua, come evidenziato anche di recente da una discussa inchiesta di Panorama, sono tutele importanti anche per fronteggiare le numerose denunce che arrivano contro i medici e operatori sanitari. Il 95% di queste denunce si concludono con un nulla di fatto, ma rischiano di penalizzare la carriera dei professionisti: sia in termini di reputazione sia creando difficoltà nel trovare coperture assicurative. E inoltre il mancato assolvimento dell’obbligo Ecm è tenuto in considerazione dei giudici in caso di contenzioso”. 

I manifestanti, – perlopiù infermieri e medici – intervistati da alcuni giornali, hanno dichiarato di sentirsi vicini alle sardine perché anche la sanità, come la politica, sta vivendo un clima di tensione e di violenza non solo per i turni massacranti, gli stipendi bassi, la scarsa formazione ma anche nei toni e nelle modalità comunicative, soprattutto per quanto riguarda il rapporto tra medico e paziente. A conferma di questo, ieri è stata diffusa la notizia di un picco di segnalazioni di oltre 100 aggressioni a medici in Campania e migliaia in tutta Italia nel corso di quest’anno. 

Ict: per Natale arriva ebook ‘Blockchain & artificial intelligence’

Guida realizzata da Consulcesi Tech a firma del presidente Tortorella, edita da Paesi Edizioni 

Tra le novità editoriali di questo Natale arriva la mini-guida alla blockchain e all’Intelligenza Artificiale firmata Paesi Edizioni: ‘Blockchain & Artificial Intelligence’. Il testo, in versione e-book presentato all’ultima Fiera del Libro di Roma Più Libri più liberi esplora il mondo della blockchain e offre curiosità interessanti sulla struttura informatica a catena di blocchi che sta entrando nelle nostre vite. Il volume fa parte di una collezione di e-book realizzata da Consulcesi Tech, composta da sei guide che descrivono le applicazioni di questa nuova tecnologia in contesti professionali, pubblici e privati. Disponibile sulle principali piattaforme di ecommerce a un prezzo di 6,99 euro, la guida a firma di Andrea Tortorella, presidente di Consulcesi Tech, rappresenta un’idea regalo per chi vuole conoscere e approfondire fenomeni complessi come il funzionamento del traduttore di Google o dell’assistente personale Alexa di Amazon, e desidera arricchirsi di nozioni come l’idea di privacy del creatore del Bitcoin, Satoshi Nakamoto, considerato il padre delle monete digitali. 

Rimborsi ex specializzandi: nuove sentenze favorevoli

Continuano a vincere in tribunale i medici ex specializzandi che hanno chiesto il risarcimento allo stato per le borse non percepite. Due sentenze, una della Corte d’Appello di Roma 7018/18 e l’altra del Tribunale di Roma 22401/18 hanno dato ragione a 234 ricorrenti del periodo 1978-1991, che non avevano percepito il dovuto tra il 1983 e il 1991. Il risarcimento che la presidenza del consiglio è chiamata a versare deriva dalla mancata attuazione delle direttive comunitarie: la borsa di studio non è stata pagata del tutto. Esiste una successiva categoria di ex specializzandi che dallo stato italiano hanno percepito la borsa di studio ma senza contributi previdenziali e coperture (anche assicurative) degne di un contratto vero, dal 1993, da quando, grazie alla nuova normativa europea, erano stati rivisti i contenuti della borsa. Di qui altri ricorsi, per un problema sanato solo dopo il 2006: in questa coorte 1993-06 sono interessati, secondo le stime Consulcesi, fino a 56 mila specializzandi che potrebbero chiedere allo stato 10 miliardi di euro di risarcimenti. Sia per la prima sia per la seconda coorte, il pool di avvocati con sede a Roma ha aperto una nuova azione collettiva con scadenza domani 14 dicembre.

Il presupposto delle nuove azioni di recupero è che il diritto a ricorrere non è ancora prescritto. Se un’impostazione giurisprudenziale fa scadere i termini al 20 ottobre 2017, a 10 anni dal recepimento della direttiva 2005/36/CE che ha sancito il diritto ad adeguata retribuzione dello specializzando ed è stata applicata in Italia da regolamenti nell’autunno 2007, un’altra impostazione -che si sostanzia nel parere del giudice di Cassazione Sergio Di Amato – fa decorrere la prescrizione da maggio 2011 perché solo quell’anno le sentenze di Cassazione hanno dato un quadro giurisprudenziale chiaro ai potenziali ricorrenti. Nel 2005, argomenta Di Amato ripreso da Consulcesi, era infatti stato sancito che il ricorso non va fatto al Tar ma al giudice ordinario, nel 2009 era stato chiarito che l’azione è per responsabilità contrattuale dello stato italiano e dunque la prescrizione del diritto a risarcimento in capo all’ex specializzando è decennale, e nel 2011 era arrivata la sentenza 1831 della Cassazione con cui era stata indicata la Presidenza del Consiglio per rivolgere richiesta di risarcimento. La stessa sentenza aveva affermato che, se frequentando il corso si è fatto qualche lavoretto, il diritto a chiedere la borsa integrale non va perduto. Sulla base delle sentenze vagliate dalla Cassazione, gli avvocati Consulcesi ravvisano chance consistenti di veder risarciti pure i ricorrenti 1993-06 che, pagati solo in parte, non hanno potuto dedicarsi in toto alla formazione pratica e teorica, affrancati dalle preoccupazioni esistenziali, cioè da preoccupazioni economiche che li allontanassero dall’obiettivo di dedicarsi interamente alla specializzazione.

Un libro firmato Massimo Tortorella: Cripto-svelate. Perché da Blockchain e monete digitali non si torna indietro

Lo scorso maggio è uscito in libreria un interessante saggio su un tema decisamente attuale come lo è quello delle criptovalute e della Blockchain. Il libro, a firma di Andrea e Massimo Tortorella, rispettivamente CEO di Consulcesi Tech e Presidente di Consulcesi Group, analizza la rivoluzione digitale più imponente degli ultimi tempi rapportandola alla sanità.

Come la Blockchain in particolare, può aiutare la sanità nel suo processo di innovazione e sicurezza? A questa e a molte altre domande risponde il libro: “Cripto-svelate. Perché da Blockchain e monete digitali non si torna indietro”.

La storia delle criptovalute parte da non molto lontano, risale infatti al 2009, anno in cui un anonimo inventore immise nel mercato una moneta totalmente digitale, il Bitcoin. Questa particolare moneta, basata unicamente sulla leva della domanda e dell’offerta,  ha la particolarità di non appartenere a nessun ente centrale, sfrutta la crittografia ed utilizza un database distribuito per le proprie transazioni. Ed è proprio parlando di transazioni che non si può far a meno di citare un altro termine fondamentale per affrontare in modo completo il tema delle criptovalute: la Blockchain. Ad oggi le criptovalute che si contano nel mondo sono circa 1500 e ciascuna di esse funziona proprio grazie a questo sistema.

Letteralmente blockchain sta per “catena di blocchi” e viene definita come un processo ove un insieme di soggetti condivide delle risorse informatiche (CPU) per mettere a disposizione di una comunità di utenti un database virtuale pubblico. Il processo è altamente sicuro anche grazie all’utilizzo della validazione crittografica: per questo motivo la blockchain viene considerata alla stregua dei “comuni” registri gestiti invece in modo centrale e riconosciuto (ad esempio i registri di banche, assicurazioni etc).

Partendo da questo presupposto, Andrea e Massimo Tortorella hanno avuto modo di studiare a fondo il fenomeno rafforzando la convinzione che la rivoluzione della Blockchain sarà utile anche in ambiti non necessariamente immaginati quando venne creata. Uno di questi è senza dubbio il settore della Sanità, ambiente caro a Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi Group che è ad oggi azienda leader nei servizi formativi e legali del settore sanitario.

La Blockchain parte dalle criptovalute – spiega Massimo Tortorella- ma è alla base di una nuova rivoluzione tecnologica che avrà un impatto enorme anche in campo sanitario: pensiamo, ad esempio, ai farmaci. Oggi, milioni di farmaci contraffatti vengono venduti online.

Grazie alla Blockchain questo sarà impossibile perché l’intera filiera sarà controllata. I vantaggi che la cosiddetta ‘catena dei blocchi’ porterà all’intero sistema sanitario sono numerosissimi. Noi siamo già al lavoro grazie a Consulcesi Tech, la nostra divisione hi-tech specializzata in soluzioni all’avanguardia legate alla Blockchain“.

Secondo l’autore del libro quindi, la blockchain potrebbe dare una grossa mano alla sanità soprattutto per quel che riguarda le situazioni più critiche rappresentate ad esempio dal pericolo dei farmaci contraffatti. Attraverso la catena a blocchi sarà possibile tracciare i farmaci, prevenire l’alterazione dei trial clinici, rispettare l’aderenza terapeutica e molto altro ancora.

“Cripto-svelate. Perché da Blockchain e monete digitali non si torna indietro” (edito da Paesi Edizioni) vi accompagnerà in un lungo viaggio all’interno del futuro, grazie all’esperienza di Consulcesi Tech, spin-off di Consulcesi Group dedita a  Cybersecurity e Blockchain e all’apporto di grandi esperti del settore come Edward Luttwak (che ha scritto la prefazione del saggio) e Davide Casaleggio.

La grande attenzione rivolta da  Consulcesi alla rivoluzione digitale è inoltre corroborata dall’attivazione del primo Master in “Economia delle Criptovalute e della Blockchain” in collaborazione con la Link Campus University.

Malattie rare dell’occhio: i 6 passi degli oculisti GOAL

Secondo Orphanet Italia, nel nostro Paese ci sono fino a 2 milioni di malati rari, di cui il 70% sono bambini in età pediatrica: per molti di essi, il percorso verso la diagnosi ha comportato un’attesa anche di anni, e lunghi spostamenti tra le diverse regioni italiane

Per diffondere tra gli oculisti la “rare disease awareness”, la consapevolezza di essere di fronte ai sintomi di una malattia rara, il provider ECM 2506 Sanità in-Formazione e il dottor Danilo Mazzacane, Segretario del Consiglio direttivo di GOAL (Gruppo Oculisti Ambulatoriali Liberi) in collaborazione con Consulcesi Club, lanciano un’apposita guida in 6 passi

Sono definite “rare” le malattie che registrano fino a 5 casi ogni 10mila persone. Proprio per questo, chi ne è affetto deve affrontare anche il fardello dell’incertezza delle cure e del minore interesse da parte della ricerca scientifica. Questi malati, seppur “rari”, complessivamente sono tantissimi: secondo Orphanet Italia, il portale di riferimento per le malattie rare e i farmaci orfani, solo nel nostro Paese, sommando le diverse patologie, si arriva a 2 milioni di pazienti, di cui il 70% in età pediatrica. Il percorso verso la diagnosi è spesso lungo e tortuoso: come segnalato in occasione dell’ultima Giornata Mondiale delle Malattie Rare, in Italia il 25% di questi pazienti aspetta da 5 a 30 anni, e uno su tre deve spostarsi in un’altra regione per arrivare a un risultato.

Per diffondere anche tra gli oculisti la “rare disease awareness”, ovvero la consapevolezza di essere di fronte ai sintomi di una malattia rara, il provider ECM 2506 Sanità in-Formazione e il dottor Danilo Mazzacane, Segretario del Consiglio direttivo di GOAL (Gruppo Oculisti Ambulatoriali Liberi), in collaborazione con Consulcesi Club, lanciano una guida per il giusto approccio al potenziale malato raro.

  1. L’IMPORTANZA DEL COLLOQUIO. È il primissimo confronto che un medico ha con il paziente. Durante questa fase è di fondamentale importanza esplorare le ragioni dell’incontro con il paziente che si reca presso un ambulatorio specialistico territoriale o una struttura ospedaliera, da cui ricavare informazioni per una corretta anamnesi ai fini diagnostici.
  2. ASCOLTARE PER RACCOGLIERE TUTTI I DATI. Rappresenta uno degli step più delicati. È necessario ascoltare per raccogliere la quantità di dati più ampia possibile per definire una diagnosi che permetta di intraprendere un percorso assistenziale adeguato per il paziente.
  3. NON SOTTOVALUTARE I SINTOMI. Fotofobia, arrossamento, riduzione della vista, distorsione delle immagini, visione offuscata: sono i sintomi più frequenti che colpiscono l’apparato visivo e che accomunano la maggior parte delle 10 patologie rare più diffuse in oftalmologia sul territorio nazionale. Segnali che possono sembrare banali, ma che potenzialmente rappresentano importanti indizi della possibile presenza di patologie rare oculari.
  4. COME COMUNICARE LA MALATTIA. Empatia e la giusta attenzione alle parole sono elementi imprescindibili per comunicare la difficile diagnosi di una malattia rara ad un paziente fino a quel momento inconsapevole, soprattutto se si tratta di una patologia che può sfociare nella cecità.
  5. PAROLE SEMPLICI PER ABBATTERE TUTTE LE BARRIERE. È importante utilizzare parole semplici per abbattere gli ostacoli che potrebbero crearsi a livello comunicativo e scaturire in difetti di

comprensione. In questa fase è essenziale la chiarezza per assicurarsi che il paziente recepisca pienamente quanto gli si sta comunicando affinché comprenda il percorso che lo attende.

6. ATTENZIONE ALLE REAZIONI EMOTIVE DEL PAZIENTE. Al momento della diagnosi, il paziente potrà essere impaurito, arrabbiato, disorientato e potrebbe persino rifiutare la verità. Di fronte a reazioni di questo tipo si deve ipotizzare l’affiancamento di un sostegno psicologico al paziente.

Queste ed altre utili informazioni sono contenute nel corso FAD (Formazione a Distanza) del provider ECM 2506 Sanità in-Formazione “Le malattie rare di interesse oculistico nella pratica ambulatoriale”, realizzato in collaborazione con Consulcesi Club, il cui responsabile scientifico è il dottor Danilo Mazzacane, Segretario del Consiglio direttivo di GOAL (Gruppo Oculisti Ambulatoriali Liberi). L’obiettivo è quello di migliorare la comunicazione fra i medici delle diverse specialità, avendo le malattie rare un carattere spesso multidisciplinare e al contempo assistere i pazienti, fornendo loro ogni corretta informazione, prendendoli in cura a 360 gradi.

“Le malattie rare di interesse oculistico nella pratica ambulatoriale”, si aggiunge all’ampio catalogo di oltre 150 corsi FAD offerti dal provider ECM 2506 Sanità in-Formazione on line gratuitamente sul sito www.corsi- ecm-fad.it, è sviluppato in 9 moduli didattici composti da video-lezioni e materiali di approfondimento. Un questionario finale accerta la comprensione dei contenuti e assegna 8 crediti ECM.